Cos’è la trasformazione digitale nelle aziende e quali sono i suoi protagonisti?

Viviamo in un’epoca in cui le tecnologie digitali hanno modificato radicalmente lo stile di vita, incluse le relazioni, e non solo per l’avvento della pandemia; quest’ultima ha solo accelerato un processo che era già in corso, obbligando anche i più restii ad adeguarsi all’uso di nuove convenzioni. Video call, strumenti in cloud e platform-as-a-service: queste sono solo alcune delle nuove parole che ormai si sentono dire da moltissime persone, anche da chi non si poteva certo definire un guru dell’IT.

Qual è il nome che descrive questa ondata di cambiamento? Comunemente oggi si parla di digital transformation o, per gli amanti della lingua italiana, trasformazione digitale.

La trasformazione digitale nelle aziende: quali settori sono coinvolti?

Naturalmente qualsiasi rivoluzione tecnologica ne porta con sé una anche culturale (per non parlare di quello che avviene a livello storico) ed entrambe inglobano una grande opportunità di crescita per qualunque settore industriale. Sì, è davvero difficile trovare un ambito produttivo che non sia attratto dai molteplici benefici di un aggiornamento del proprio business, capace di ottimizzare su larga scala sia tempo che denaro. Questo è anche il motivo per il quale i provider di soluzioni digital hanno aperto il ventaglio dell’offerta in modo da rispondere a diversi bisogni, a volte grazie a un’unica piattaforma oppure con software integrabili ad altri. Nel caso di Doxee, azienda italiana full digital, questo percorso di trasformazione digitale nelle aziende è nato con la creazione di un software CCM dedicato soprattutto a telco ed utility, per poi riporre il derivante vasto know-how di data management anche in prodotti per la dematerializzazione (paperless) e infine aprire alla customer experience, usando i dati come fil rouge.

Cosa ci insegna questo viaggio ventennale nell’IT? Che non esistono barriere tra i settori, esistono solo bisogni comuni e un incredibile patrimonio di conoscenza che può essere condiviso su più livelli.

I protagonisti della digital transformation

Ad essere onesti la digital transformation riguarda proprio tutti. Non è raro andare al parco pubblico e vedere nonni che consultano lo smartphone mentre i nipotini giocano e questo è solo il sintomo di un cambiamento delle abitudini di consumo e stile di vita.

Per quanto riguarda le aziende, ogni giorno si nominano industria 4.0, IoT, metodologia agile, big data, blockchain, dematerializzazione, digital marketing e così via. Ma cosa comporta in termini pratici questa ondata di novità? Per prima cosa occorre puntualizzare che non c’è nulla di cui preoccuparsi: il cambiamento è un processo evolutivo costante. Se per i singoli individui il bisogno di adeguarsi può nascere da un desiderio di omologazione, quindi “non rimanere indietro rispetto agli altri”, nel caso delle aziende questo discorso è vero solo in parte.

Nel business, l’adozione di nuovi sistemi informatici richiede progettualità, conoscenza e coerenza. Con progettualità si intende avere ben chiaro i propri obiettivi e gli step che occorrono per raggiungerli, quindi l’adeguamento delle risorse tecnologiche ed umane. Conoscenza vuole dire affidarsi ad aziende che hanno esperienza in più campi e le giuste competenze per gestire la complessità che questo processo di cambiamento comporta. Infine, la coerenza è il collante di un nuovo modo di lavorare: la trasformazione digitale nelle aziende non è solo una questione estetica, va portata a fondo fino ad entrare nella struttura ossea del business.

Cosa serve per iniziare a trasformarsi digitalmente?

Sicuramente servono delle infrastrutture adeguate alle necessità attuali dei software, cosa che non può essere data per scontato, specie in Italia. Per fare fronte al bisogno crescente, anche le pubbliche amministrazioni si stanno attrezzando ma è necessario prima un aggiornamento culturale in materia. Per legiferare e creare i presupposti occorre avere le giuste competenze e quindi anche sapere scegliere adeguati consulenti tecnici, che spieghino le necessità tecnologiche delle aziende attuali e siano anche capaci di visione verso il futuro, altrimenti il rischio è di trovarsi sempre affannati a rincorrere la tecnologia.