La soluzione permanente più sicura per il trattamento dell’alopecia è, ad oggi, il trapianto di capelli. Le tecniche moderne rendono gli interventi più efficaci, con migliori tassi di successo e tempi di guarigione contenuti.
Dall’altra parte, però, esistono moltissime tecniche temporanee di mascheramento del problema dell’alopecia. Una delle più usate è la tricopigmentazione.
E’ possibile utilizzarle in modo integrato, per migliorare l’effetto in modo complementare? Oppure si tratta di modalità incompatibili, che vanno scelte e utilizzate separatamente? Cerchiamo di fare chiarezza!
Dopo quanto tempo dal trapianto si può fare la tricopigmentazione?
Se il trapianto di capelli è stato eseguito correttamente e l’impianto risulta efficace e ben guarito, dopo un anno è possibile pensare ad un ritocco dell’effetto finale con la tricopigmentazione.
Questo lasso di tempo è necessario sia alla verifica che l’intervento sia stato di successo, sia al termine dei trattamenti post-operatori e farmacologici. Se il medico valuterà positivamente la situazione si potrà procedere con la tricopigmentazione delle aree più problematiche.
Come si esegue la tricopigmentazione?
La tecnica di tricopigmentazione somiglia, a vedersi, ad un tatuaggio: un sottile ago viene battuto sullo scalpo e deposita un colore molto simile a quello dei capelli naturali. L’intervento dura circa 3 ore e di solito non è particolarmente doloroso. E’ necessario ribattere il colore varie volte (tra le due e le tre) per ottenere un pieno fissaggio ed un effetto completo.
A seconda della profondità di iniezione del colore si ottiene un effetto temporaneo (che si smaltisce in circa 6/9 mesi) o uno permanente (che richiede un ritocco a distanza di circa 5 anni).
Che effetto si ottiene con la tricopigmentazione?
L’effetto della tricopigmentazione per infoltimento (questa è la tecnica complementare al trapianto più usata) si ottiene in, di media, quattro sedute: due nei primi due giorni, due a distanza di un mese circa.
L’effetto è di imitazione di una chioma più piena e satura di colore nei punti di applicazione. Inoltre, con un colore più accentuato ed uniforme, i punti di congiunzione cicatriziale del trapianto saranno meno evidenti, perché si nasconderanno sotto l’effetto di capelli più folti.
Ovviamente l’effetto è di natura visiva, e non tattile: passando le dita tra la chioma si avvertirà la presenza di capelli più fini. L’effetto estetico è comunque di altissima qualità ed è quasi impossibile, ad un occhio non esperto, accorgersi del suo utilizzo.
Questa tecnica si adatta non solo alla copertura delle cicatrici da trapianto o per la densificazione della chioma, ma anche per mascherare altre cicatrici dello scalpo (per esempio a seguito di un intervento di chirurgia cerebrale), nascondendo anche il rossore che spesso le circonda a causa della naturale infiammazione della cute nei punti di sutura post-chirurgica.