HIV, come si trasmette il virus che provoca l’AIDS

Si calcola che, dall’inizio dell’epidemia nel 1981 ad oggi, sono oltre 70 milioni le persone contagiate e si contato 35 milioni di morti in tutto il mondo.

Se l’HIV, il virus dell’immunodeficienza umana (AIDS), non viene trattato farmacologicamente provoca un indebolimento del sistema immunitario. Ci vogliono numerosi anni per questo accada, tuttavia, un sistema immunitario compromesso non è più in grado di affrontare anche le più comuni infezioni ed è spesso soggetto tubercolosi, polmoniti, meningiti e alcune forme di cancro: tutte condizioni che in una persona senza HIV potrebbero essere curate più facilmente. Per questo è importante eseguire regolarmente il test HIV: una diagnosi precoce permette di iniziare subito la terapia e quindi di bloccare l’avanzata del virus. Sebbene, ad oggi, non esista una vera e propria cura in grado di eliminare del tutto l’HIV, le persone sieropositve in terapia vivono una vita di durata e qualità analoga a quella delle persone senza HIV.

Ma come si trasmette il virus da HIV?

Le vie di trasmissione sono:

  • verticale: dalla madre al neonato nel corso della gravidanza o durante il parto e, in casi più rari, attraverso l’allattamento al seno.
  • ematica: attraverso lo scambio di siringhe, trasfusioni con sangue contaminato;
  • sessuale: se non si fa uso del profilattico o della PreP, il sesso è la principale causa di diffusione del virus HIV;

La trasmissione verticale e perinatale oggi si può prevenire o meglio ridurre, attraverso la somministrazione di una terapia antiretrovirale alla madre durante la gravidanza e al neonato già dalle prime 4/6 settimane di vita.

Trasmissione ematica

Per quanto riguarda la trasmissione attraverso il sangue, nel nostro Paese, oggi, il rischio di contrarre l’HIV attraverso le trasfusioni è ormai nullo grazie alla qualità e alla sicurezza del sistema. In popolazioni che fanno uso di sostanze, a causa dello scambio di siringhe, la trasmissione è elevata.

Trasmissione per via sessuale

La trasmissione sessuale è, in Italia e nel resto nel Mondo, la via di trasmissione più comune. I rapporti a rischio sono tutti quelli dove non vengono usati il profilattico o altre protezioni come la Profilassi pre Esposizione (PreP).

Ecco le tipologie di rapporti che consentono la diffusione del virus:

  • penetrazione anale;
  • penetrazione vaginale;
  • sesso orale se le secrezioni vaginali o il liquido seminale entra a contatto tagli o lacerazioni di vari tipo alla bocca o agli occhi. Chi riceve la stimolazione invece non corre nessun rischio.

“Protezioni” che non funzionano contro l’HIV

Il coito interrotto (o salto della quaglia) non funziona contro l’HIV. Totalmente inutile anche la pillola anticoncezionale e i vari metodi contraccettivi: l’unico davvero efficace è il profilattico.

Va ricordato che tutti i rapporti sessuali non protetti possono causare anche altri tipi di infezioni che si trasmettono sessualmente.

Dove si trova il virus HIV

L’HIV si può trasmettere solo attraverso i liquidi biologici quali sangue, sperma e secrezione vaginale e latte materno, di persone con HIV che non sono in terapia, spesso perché non sanno di avere questa infezione. L’infezione si verifica quando questi liquidi entrano nel corpo di un’altra persona attraverso ferite della pelle o lesioni della mucosa non visibili.
La trasmissione del virus dipende da quanto virus è presente all’interno del sangue e, ovviamente, nelle secrezioni genitali della persona sieropositiva.
Nelle prime settimane dopo l’infezione la capacità di trasmettere il virus è massima, invece, risulta nulla quando la persona sieropositiva è in terapia con carica virale non rilevabile da almeno 6 mesi. Per questo, nel mondo dell’attivisismo si parla spesso di U=U: quando il virus è non rilevabile (undetectable), questo non si può trasmettere (untransmittable).

Come NON si trasmette l’HIV

È bene sapere che attraverso le punture di zanzare, la saliva, il sudore, le lacrime, l’urina non si può trasmettere l’HIV. Stesso discorso percarezze o baci come anche nel caso si condividano le stoviglie: anche in questi casi, non si corrono rischi.