I debiti nel contesto economico, finanziario e macromondiale, in cui viviamo, non sono più l’eccezione che conferma la regola, ma purtroppo sono la normalità quotidiana.
La spinta inflazionistica degli ultimi due anni è stata spaventosa per i costi delle materie prime, per quelli di energia e gas, ma anche per gli altissimi tassi di interesse che, come indicato qui la BCE solo da poco sta rivedendo, per fortuna, al ribasso.
Il risultato della precarietà lavorativa e finanziaria è quello di ritrovarsi con addosso i debiti contratti fra finanziarie e banche per la casa, l’automobile, i figli e altre strette necessità. Ma se chi contrae i debiti non è più in grado di saldarli, cosa succede? E quali soluzioni sono possibili?
Conto corrente chiuso: cosa dice il codice civile e cosa accade
C’è un articolo del Codice Civile ed esattamente il 1375 che si basa sul concetto di buona fede e autorizza un ente bancario o creditizio, una volta che questa viene meno, a pretendere che il debito da saldare venga saldato o altrimenti i beni finanziari vengano congelati.
Anche se la stessa banca ha l’obbligo di notificare l’accaduto al correntista per forma scritta e deve concedergli 15 giorni prima di poter decidere in autonomia.
Allo scadere di questo termine, la banca può chiudere il conto corrente, se questo è in debito.
A quel punto sia l’istituto di credito principale e sia altre banche presso cui il correntista ha dei conti, hanno il dovere di aprire una o più segnalazioni presso il CRIF, da cui ci si può cancellare solo procedendo come descritto qui.
Conto corrente chiuso: quali soluzioni ci sono
Rispettando l’articolo del Codice Civile indicato e in base anche al secondo articolo della Costituzione Italiana, che prevede l’obbligo di solidarietà politica, economica e sociale del cittadino verso lo Stato, non solo una banca, ma più banche possono chiudere i conti correnti.
E quali soluzioni ci sono?
Bisogna rinunciare al denaro, se non si è tenuto in disparte?
Alle carte di credito?
Ad altre linee di credito?
Assolutamente NO, piuttosto vedi qua come esistano società di consulenza e di fondo creditizio che mettono a disposizione delle persone, con queste difficoltà economiche, degli strumenti per poter aprire un nuovo conto corrente anche se il precedente è stato chiuso o bloccato (con protesto e non).
E’ comunque possibile, rivolgersi a un legale molto esperto di diritto bancario e proporgli di fare da intermediazione con l’istituto bancario in questione.
Controllo finanza conto corrente
In realtà uno specialista della banca stessa può cercare una mediazione con il correntista, se i rapporti sono ottimi o concedendo maggior tempo per recuperare l’insolvenza oppure aprendo eventuali altre linee di credito.
C’è un caso, dove tuttavia, la situazione non è gestibile dal personale della banca e dove anche un avvocato può fare poco.
È quello in cui la Guardia di Finanza stia facendo degli accertamenti, perché sospetta che il debitore abbia commesso reati quali riciclaggio, operazioni fraudolenti o altri atti delinquenziali. È evidente che di fronte a dei controlli da parte della autorità, nessun’intermediazione è possibile e anche nessuna forma di ulteriore credito è ipotizzabile, perché lo vieta espressamente la legge.