Sistema export e settori strategici chiamano nuovo lavoro
// 12 luglio 2011 // 0 CommentiL’ assessore regionale Elena Donazzan ha presentato il report di Veneto Lavoro sull’andamento occupazionale nel primo semestre 2011, presso la sede della Marly’s Confezioni ad Arzignano (Vicenza) .
“Riprendono le assunzioni grazie all’export ed ai settori strategici”. “Dobbiamo riprogrammare le politiche pubbliche – ha aggiunto l’assessore– a partire da un approccio integrato delle politiche regionali per favorire i “campioni” della ripresa. Si tratta di settori che stanno dando i primi significativi risultati, e tra questi la valorizzazione del made in Italy, e di aziende che hanno saputo intercettare nuovi mercati, investendo nelle risorse umane, nell’innovazione e nell’approccio commerciale”. “Abbiamo voluto presentare i dati sul lavoro proprio all’interno di un’azienda con queste caratteristiche, nello strategico settore della moda, che sulla qualità, sull’identità del made in Italy e sulla alta professionalità delle proprie risorse umane ha costruito le condizioni per la ripresa. Il presidente dell’azienda, anche per l’importante ruolo che riveste nel Sistema Moda Italia, ne è un elemento propulsivo con il respiro nazionale ed internazionale oggi necessario”. “Dai dati emerge che anche nella nostra regione, pur se in misura minore rispetto al dato nazionale, esiste una fragilità che riguarda il lavoro dei giovani – ha continuato l’assessore – ai quali non dobbiamo dare illusorie garanzie ma concrete opportunità. E’ una priorità –ha concluso Elena Donazzan – sulla quale andranno riprogrammate le risorse e le scelte dell’amministrazione regionale.
Lo scenario descritto nel report di Veneto Lavoro evidenzia segnali di uscita dalla crisi, con una significativa ripresa dell’export che supporta la crescita e con un andamento della crescita complessiva che rimane basso. Nel mercato del lavoro si arresta la caduta dell’occupazione e diminuisce leggermente il tasso di disoccupazione, mentre ripartono le assunzioni nei settori votati all’export. Ma aumenta anche il flusso dei licenziamenti collettivi, mentre calano i licenziamenti individuali. Infine, si registrano deboli opportunità per i giovani per una buona occupazione.
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