Riflessione sulla violenza
// 10 novembre 2011 // 0 CommentiQuando il ministro Sacconi in un’intervista ha detto che teme il ritorno della violenza, del tipo di quella che insanguinò l’Italia negli anni di piombo, si è preso del visionario o dell’irresponsabile che soffia sul fuoco.
I grilli parlanti della sinistra lo hanno accusato di evocare il fantasma della violenza per trarne un qualche utile politico, lui e quelli della sua maggioranza. E lo hanno sfidato a dire quello che sa, come se la sua fosse, non una previsione politica, ma una sorta di avvertimento, possedendo, chissà come, notizie desunte da non si sa quale fonte riservata.
Non è così. Sacconi, è una persona seria e fra le più stimate. Per sostenere le sue tesi politiche ne ha abbastanza della sua preparazione. Non ha bisogno di ricorrere a simili miserie che forse fanno parte proprio della cultura di chi lo accusa.
Ma non è questo il punto. Il problema è molto più pesante e riguarda davvero la prospettiva di un ritorno della violenza, come denunciato da Sacconi. Evenienza che, è inutile dirlo, va evitata in ogni modo, ma che non è poi così campata in aria.
Della crisi economica che sta attanagliando il paese abbiamo già detto. In parte è reale, in parte indotta dalla speculazione internazionale. Essa si è ben presto tramutata in crisi politica per un motivo molto semplice: nessuno, e tantomeno Berlusconi che ha contro i poteri forti, è in grado di prendere provvedimenti efficaci perché in ogni caso andrebbe a toccare interessi e rendite di posizione di gruppi e categorie che vanno dai sindacati alle cooperative, dai taxisti ai magistrati, dagli statali alle province.
Sono necessari provvedimenti che nessuno ha il coraggio di prendere perché impopolari: alzare l’età della pensione, licenziare centinaia di migliaia di dipendenti pubblici, tagliare i consigli d’amministrazione delle società partecipate dagli enti locali, chiudere centinaia di ospedali inutili, incidere col bisturi il bubbone del finanziamento pubblico ai partiti e alla stampa ecc.
Provvedimenti che, una volta attuati, sono destinati a scatenare la protesta di coloro ai quali viene tolta la tetta da succhiare. Ma che qualcuno dovrà pur adottare.
Ecco, quando ciò accadrà, il contraccolpo potrebbe anche assumere forme reattive molto forti, al punto da non poter escludere anche il ricorso alla violenza, come spesso accade quando si toglie l’osso al cane che se lo rosicchiava tranquillo.
Articoli simili:
-
Tiffany “Animal academicum” by Masha Sirago: come raccontare ...
30 marzo 2018 // 0 Comments[caption id="attachment_76107" align="alignleft" width="300" caption="Tiffany "Animal academicu
-
“IL DOVERE DI RACCONTARE”: DOMENICO QUIRICO
16 marzo 2018 // 0 CommentsDomenico Quirico è stato ospite dell’Accademia dei Lincei per una conferenza, intitolata “Il do
-
“GIORNALISTA, TESTIMONE” – Dialogo tra il cardinale Angelo ...
16 marzo 2018 // 0 CommentsIn occasione della festa del santo patrono Francesco di Sales, il cardinale Angelo Scola ha incontra
-
Addio a Piero Ostellino, giornalista e politologo
16 marzo 2018 // 0 CommentsE' morto il giornalista Piero Ostellino, grande uomo di cultura, liberale fino al midollo, lavorò a