I borghi più belli d’Italia? Tra le bellezze del Veneto.
// 5 settembre 2011 // 0 Commenti Asolo , Portobuffolè, Borghetto, Arquà Petrarca sono stati considerati, dal club “I borghi più belli d’Italia”, i quattro borghi-gioiello del Veneto. Non mancano le polemiche. Il Veneto trova strano che tra i 202 borghi più rappresentativi del Belpaese, la regione ne abbia solo quattro, davanti ai tre di Sardegna e Molise e ai due della Val d’Aosta. Ma il Club ha scovato altre regioni più ricche: 22 borghi meritevoli in Umbria e 19 in Liguria e Abruzzo.
C’è meraviglia e perplessità nelle parole dell’assessore al turismo veneto Marino Finozzi, secondo il quale oltre ai quattro indicati per il Veneto ce ne sono talmente tanti da non capire perché li abbiano esclusi: “Non c’è dubbio che le quattro località indicate per il Veneto – aggiunge Finozzi – sono di assoluto pregio: Arquà Petrarca, Asolo, Borghetto di Valeggio sul Mincio, Portobuffolè. Però me ne vengono in mente talmente tante altre da non riuscire a comprendere il perché non siano state considerate. Vado da Pieve di Cadore a Soave, da Montagnana a Peschiera, da San Giorgio Ingannapoltron a tutti i centri sorti attorno alle Ville Venete. E di Castelfranco e Cittadella che ne facciamo? E Marostica? E Feltre non la vogliamo considerare un borgo tra i più belli del mondo? Mi fermo qui, perché la sequenza di citazioni sarebbe davvero lunghissima”.
Per Maria Letizia Panajotti presidente veneto di Italia Nostra è un problema di contesto: «Attorno ai centri storici il cemento offusca il paesaggio. Pochi i luoghi in cui i paesi spuntano in mezzo a campagne e colline. Però mi sorprende che l’elenco escluda Bardolino considerato uno tra i dieci paesi più amabili d’Italia, Soave, Lazise, Chioggia, Pellestrina o Montagnana, Este, Cittadella, Concordia Sagittaria, Portogruaro e tanti paesi in cui si vive molto bene».
L’assessore Finozzi, invece, continua a spiegare: “Valorizzare i nostri bellissimi borghi minori è una bellissima cosa: noi nel Veneto ne abbiamo almeno un centinaio di straordinari e i numeri dell’ospitalità della nostra regione confermano la loro importanza anche dal punto di vista turistico. Però ho sempre la sensazione che operazioni di questo genere possano soprattutto essere autoreferenziali per gli organismi che se ne fanno promotori, in questo caso decidendo quali siano i borghi meritevoli. Per intenderci mi ricorda le varie bandierine date alle spiagge, o le campagne di certe golette, che magari smentiscono le Agenzie ufficiali. Onore a tutti e a tutti buona fortuna, ma per quanto riguarda il nostro territorio parlano i quasi 14 milioni di turisti che generano oltre 60 milioni di presenze registrate, delle quali il 60 per cento di ospiti provenienti dall’estero. E siamo convinti di poter arrivare entro il 2020 a 20 milioni di arrivi”. L’assessore lancia, infine, un’idea: “potremmo costituire una associazione dei borghi belli del Veneto, sancita dal punto di vista istituzionale, democraticamente controllata, con oggettività di regole e senza preclusioni numeriche a priori. Un numero predeterminato troppo spesso rappresenta il confine tra l’oggettività e considerazioni soggettive. E magari costituire attorno a questo insieme una ulteriore offerta che arricchisca quella già completa delle bellezze del Veneto”.
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