Le 7 malattie sessualmente trasmissibili più comuni

Fare sesso non protetto non espone solo a gravidanze indesiderate ma anche a numerose malattie sessualmente trasmissibili. Vediamo le più comuni.

AIDS

Si tratta della malattia che si sviluppa a seguito dell’infezione dal virus HIV, l’infezione sessualmente trasmissibile più conosciuta. Questo si moltiplica indisturbato nel corpo per anni e anni senza farsi notare ma lentamente colpisce le cellule del sistema immunitario moltiplicandosi al loro interno e distruggendole progressivamente.

L’Aids rappresenta, quindi, la fase più avanzata dell’infezione e può anche non presentarsi mai, in tal caso si dirà che il soggetto è sieropositivo ma non affetto da Aids.

Se negli anni dell’epidemia, HIV era sinonimo di AIDS e di morte, oggi non è più così. È vero, non esiste ancora una cura in grado di eliminare il virus dal corpo tuttavia le terapie antiretrovirali permettono di convivere tranquillamente con il virus impedendo che questo diventi AIDS. Per questo, è fondamentale testarsi: il test HIV è l’unico come per scoprire se si è stati contagiati e quindi di iniziare la terapia antiretrovirale.

Sifilide

Fra le malattie sessualmente trasmissibili, la sifilide è una delle più diffuse, molto più dell’HIV; nonostante ciò, pochi la conoscono. Causata dal batterio Treponema pallidum, l’infezione si trasmette per via sessuale attraverso i fluidi biologici che si producono sia con i rapporti penetrativi che con quelli orali. Questo batterio riesce a penetrare nelle piccole lesioni della cute e delle mucose – anche quelle che non sono visibili – e a diffondersi rapidamente in tutto l’organismo. Nella maggior parte dei casi, nella fase iniziale è completamente asintomatica, altrimenti si manifesta con un’eruzione cutanea nel punto in cui il batterio ha fatto il suo ingresso. Se non diagnosticata, può provocare a gravi problemi al sistema nervoso centrale.
Presa in tempo, si risolve con una cura a base di antibiotici e la trasmissione può essere evitata usando il preservativo.

Gonorrea

Si tratta di un batterio che può essere trasmesso attraverso i rapporti sessuali penetrativi e orali e che colpisce la cervice uterina nelle donne e l’uretra negli uomini, anche se non è insolito che attacchi la cavità orale e faringea. Nelle donne è solitamente asintomatica, in caso contrario sia uomini che donne possono pensare alla sua presenza perché avvertono bruciore e fastidio durante la minzione oppure sentono la continua sensazione di dover urinare anche se non è così.
Può essere curata attraverso un ciclo di antibiotici e prevenuta, anch’essa, usando il preservativo.

Infezione da Clamidia

Tra le malattie sessualmente trasmissibili più diffuse, la Clamidia non mostra alcun sintomo o ne manifesta lievi come perdite vaginali o irritazioni, ma se non riconosciuta può portare anche alla sterilità. Interessa soprattutto le donne che possono identificarla tramite un tampone cervicale, ma anche gli uomini non ne sono immuni. È curabile con antibiotici.

Infiammazione da Trichomonas vaginalis

Il trichomonas vaginalis è un parassita responsabile di un’infezione che colpisce sia le vie urinarie che l’apparato genitale e nella maggior parte dei casi è asintomatica. Il trattamento più efficace prevede l’utilizzo di antiparassitari e terapia antibiotica.

Condilomi genitali da virus del Papilloma umano (HPV)

L’HPV è un virus che provoca verruche sulla cute e papillomi nelle mucose e che, se non adeguatamente trattato, può progredire e favorire lo sviluppo di forme tumorali. Si trasmette per via sessuale ed è favorito dalla presenza di microlesioni singole o multiple che possono causare prurito e dolore. Contro l’HPV è disponibile un vaccino che si dimostra particolarmente efficace se effettuato prima dell’inizio dell’attività sessuale.

Epatite B

È una delle poche malattie sessualmente trasmissibili che dispone di un apposito vaccino. A partire dal 1991 la vaccinazione è obbligatoria in Italia questo ha condotto ad una diminuzione dell’incidenza delle nuove infezioni e dei portatori cronici. I numeri dell’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: nel 2019 sono solo 197 i nuovi casi di epatite B acuta segnalati.